Condizione della donna in Libano

Donne protestano a Beirut nel 2019
donne di Beirut 1966

Nonostante il Libano sia un paese arabo fortemente influenzato dalla cultura occidentale, i diritti delle donne sono ancora fortemente limitati e disomogenei all'interno del paese, a causa delle forti disuguaglianze sociali e religiose (l'ultimo censimento consultabile riguardo alle religioni nel Paese era, fino al 2019, risalente al 1932) e a causa della Costituzione libanese (la quale contiene gli stessi diritti che le donne francesi beneficiavano negli anni '20 del XX secolo) che mai, dal 1926, è stata ancora modificata.

Tuttavia, è innegabile che nel corso degli ultimi anni, a partire dalla prima donna ministro nel Paese nel 2004, vi siano stati fatti dei progressi in ambito politico per quanto riguardano i diritti delle donne.

Le donne hanno ottenuto il diritto di votare nel 1952 e il divorzio è stato legalizzato con la legge n.188 del 1959.

Il 4 agosto 2011 il delitto d'onore è stato abolito nel paese, abolendo quindi eventuali sconti di pena per coloro che avessero ucciso la loro moglie/famigliare in caso di onore macchiato[1].

Dal 1º aprile 2014 vi è la prima legge a tutela della violenza contro le donne[2], mentre il 16 agosto 2017 è stato abolito il matrimonio riparatore.

Zeina Akar classe 1964, di minoranza greco-ortodossa è la prima donna vicepremier libanese e prima donna ministro della difesa (dal 2020 al 2021)

Secondo il Global Gender Gap Report 2019, Il Libano occupa la 145ª posizione su 153 paesi analizzati in tutto il mondo, sotto all'Oman di una posizione, e sopra all'Arabia Saudita di una sola posizione, con un punteggio di 0,599/1,000; 139ª su 153 paesi per quanto riguarda la partecipazione lavorativa, con un punteggio di 0,442 su 1,000.

Nel 2021 la posizione migliora sensibilmente, salendo al 132º posto su 156 paesi analizzati, registrando un netto miglioramento di punteggio rispetto al passato (sale a 0,638 su 1,000)[3], sotto la Giordania di una posizione e sopra la Turchia di una posizione.

Tuttavia la sua posizione rimane svantaggiata rispetto a molti altri paesi del mondo a causa dell'ancora bassissima partecipazione femminile in ambito politico ed amministrativo, la necessità di migliorare la legge contro la violenza sulle donne (dovuta all'assenza dell'aggravante per quanto riguarda il reato di stupro coniugale) e la mancanza delle quote rosa.

Vi sono inoltre delle mancanze riguardo eventuali protezioni per le lavoratrici madri; solo il 26,3% delle donne libanesi lavora; solo l'8,4% delle donne lavoratrici sono manager o legislatori; i lavoratori tecnici e professionisti in Libano sono composti però dal 48,3% delle donne.

Il tasso di istruzione femminile è del 93,3%, ma solo il 51,2% di loro ha concluso gli studi secondari (liceo o scuola superiore di secondo grado).

La speranza di vita sana femminile in Libano è di 66,8 anni. Solo il 4,7% delle donne siedono in Parlamento nell'ultima legislatura e solo il 3,4% di loro ricoprono cariche ministeriali (anche se nel sondaggio non è presente la percentuale di donne minsitro durante il governo Diab (gennaio 2020), che ha avuto con sé 6 donne ministro su 23). L'età media del primo figlio è di 29,8 anni, e i figli in media sono 2,09 a donna.

Su 100.000 donne, 29 di loro muoiono di parto naturale. Circa il 10,4% delle donne libanesi sperimenta violenza fisica nel corso della propria vita.[4]

Al 2024, nessuna donna ha mai ricoperto la carica di Presidente della Repubblica, di primo ministro, e nemmeno di speaker del Parlamento libanese.

  1. ^ (EN) Lebanon: Law Reform Targets ‘Honor’ Crimes, su Human Rights Watch, 11 agosto 2011. URL consultato il 26 giugno 2022.
  2. ^ (EN) Lebanon: Domestic Violence Law Good, but Incomplete, su Human Rights Watch, 3 aprile 2014. URL consultato il 26 giugno 2022.
  3. ^ Global Gender Gap Report 2021 (PDF), su www3.weforum.org.
  4. ^ Global Gender Gap Report 2020 (PDF), su www3.weforum.org.

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